il fascino delle vetture di Maranello, la sua storia densa di successi d’ogni genere e i suoi leggendari campioni sono diventati un simbolo per appassionati e non di tutte le età, ed hanno fatto che oggi il simbolo della Scuderia Ferrari sia uno dei marchi più rappresentativi per il “Made in Italy” a livello mondiale.

Ma da dove nasce il simbolo del Cavallino? La storia parte addirittura negli anni della Prima Guerra Mondiale, dove l’asso dei cieli italiano Francesco Baracca comandava una squadriglia di aerei che aveva personalizzato con il proprio simbolo, un cavallino rampante, sul quale colore c’è ancora un piccolo mistero: originariamente era di colore rosso su sfondo bianco, dall’inversione dei colori del reggimento del quale l’asso romagnolo faceva parte, per poi diventare nero in segno di lutto quando uno dei primi “top gun” della storia venne abbattuto, per scelta dei suoi commilitoni.

La storia di questo simbolo si intrecciò con quella di Enzo Ferrari nel giugno del 1923, quando l’allora pilota dell’Alfa Romeo vinse una corsa nei pressi di Ravenna ed ebbe modo di conoscere la madre dell’asso italiano; la signora propose al giovane Enzo di utilizzare il simbolo del figlio sulle proprie vetture, e che gli avrebbe portato così fortuna.

Il suggerimento venne accettato e il Cavallino divenne il simbolo di Ferrari, che però dovette attendere fino al 1932 per poterlo usare su una vettura della propria scuderia, in occasione della 24 Ore di Spa che venne proprio vinta dall’Alfa Romeo della scuderia italiana.

Per giungere alla versione odierna dobbiamo però attendere il 1945, quando Enzo Ferrari fece ridisegnare il simbolo, cambiando l’orientamento della coda (prima era verso il basso) ed aggiungendo lo sfondo giallo canarino, ovvero uno dei colori della città natale di Ferrari, Modena.

Da quel momento il marchio è rimasto pressoché inalterato sino ai giorni nostri, diventando il simbolo di una delle Case automobilistiche più famoso al mondo.