Alfa Romeo

Emozionale Alfa Romeo

 

La storia dell’Alfa Romeo, fiore all’occhiello dell’industria automobilistica italiana. L’azienda nasce un secolo fa, nel 1910, come ALFA (che sta per Anonima Lombarda Fabbrica Automobili). Produce auto sportive, bellissime e vincenti sulla pista. Ma è cronicamente piena di debiti. Già nel 1915 infatti è in difficoltà ed è l’ingegnere napoletano Nicola Romeo a salvarla, rilevando l’officina lombarda (da cui il doppio nome attuale: Alfa Romeo). Nel 1933, è lo Stato che si sostituisce a Romeo (praticamente estromesso, se non dal nome), attraverso l’IRI (Istituto per la Ricostruzione Industriale). Dagli anni Trenta in poi, così, l’Alfa diventa pubblica, in quanto partecipata dallo Stato. Il regime fascista investe subito molto sull’azienda e su Pomigliano d’Arco come centro di sviluppo industriale. Con la Seconda guerra mondiale, arrivano però anche pesanti bombardamenti sulla fabbrica. Nel dopoguerra, poi, sotto la guida del nuovo Presidente dell’Alfa Giuseppe Luraghi,  l’Alfa Romeo produce modelli di grande successo come la Giulietta, e poi, soprattutto l’Alfasud.
Questo nuovo modello comincia a venir prodotto nei primi anni Settanta (precisamente dal 1972) e raggiunge grande diffusione. Ha una linea innovativa, e dal punto di vista tecnico è la prima auto a trazione anteriore mai prodotta dall’Alfa. Viene prodotta, in varie serie, fino al 1984. Diventa, di fatto, anche l’orgoglio dei napoletani, essendo assemblata interamente a Pomigliano d’Arco, in un nuovo stabilimento costruito appositamente. Lo Stato, infatti, tramite l’IRI e la “sua” Alfa Romeo, cerca di aiutare lo sviluppo del Mezzogiorno, come dice anche il nome del nuovo modello d’auto. E a Pomigliano Alfasud significa effettivamente migliaia di posti di lavoro.
Così la storia di questo modello si interseca alla storia di una fabbrica, quella sita appunto presso la cittadina di circa quarantamila abitanti in provincia di Napoli. Intanto, però, vari problemi, tra cui i continui scioperi, portano l’Alfa Romeo di nuovo nei guai sul piano dei debiti, e l’IRI, non potendo sostenerla ulteriormente, comincia a pensare a venderla. La prima a farsi avanti per comprarla è la Ford. Ma è americana. A farla restare in Italia, acquisendola e mantenendone il glorioso il nome, sarà allora la FIAT. Gianni Agnelli infatti non è interessato tanto all’Alfa, quanto al fatto di tenere un concorrente straniero fuori dal mercato italiano. Così l’Alfa diventa parte della FIAT. Romano Prodi, presidente dell’IRI, conclude la vendita nel 1986, durante il governo Craxi. Da allora in poi, nella fabbrica di Pomigliano cominciano a prodursi non più solo modelli Alfa, ma anche altri modelli dell’universo FIAT. Oggi, ad esempio, vi si produce la Panda. E la storia di Pomigliano continua.

Club Auto e Moto Spoleto

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